Sumarah è una parola giavanese che significa resa incondizionata,
abbandono totale.
La meditazione Sumarah è uno strumento attraverso il quale tutto ciò che ostacola il nostro libero essere (conflitti, opinioni, emozioni o sentimenti di cui il più delle volte non siamo consapevoli) piano piano viene alla luce.
Ciò, oltre a permettere una maggiore conoscenza di noi stessi, rende possibile la guarigione e il cammino verso la progressiva interezza.
Con “la pratica dell’abbandono”, poco alla volta impariamo che nulla dipende dalla nostra personale volontà, tanto meno dal nostro sforzo, ed apprendiamo un diverso modo di essere e navigare nel mondo.
Mano a mano che procediamo nell’opera di consapevolezza, avremo anche appreso strumenti di indagine ed interpretazione della Realtà diversi dalla comune indagine analitica, cosicché la Realtà stessa si rivelerà a noi in maniera diversa.
Alla fine, oltre a procedere più agilmente e con maggior leggerezza attraverso gli eventi della vita, ci troveremo in maggiore armonia con noi stessi e, contemporaneamente, con il mondo che ci circonda.
Renata Scognamillo
UN ESPERIENZA
Quando ho incontrato Sumarah mi trovavo in un periodo difficile della
mia vita, cercavo qualcosa di “altro” che non sapevo ben definire,
questa esigenza cresceva sempre più` profonda in me. Senza che io
abbia veramente deciso niente mi sono ritrovata a Firenze, al centro
di medicina naturale “Il Marsupio” che Alessandra aveva messo a
disposizione per un seminario di meditazione.
Sumarah mi ha insegnato che se chiedi qualcosa dal profondo del cuore,
se l´esigenza e` reale l`esistenza in qualche modo ti risponde.
All´inizio ho capito ben poco, so solo che questa meditazione ha
toccato qualche parte a me ignota e da allora e` iniziato per cosi`
dire un cammino; non sempre tranquillo e sicuro, spesso incerto e
critico.
In quel seminario ho conosciuto Laura Romano, mi hanno affascinato la
sua leggerezza, il suo saper ridere e scherzare, il suo saper guardare
“le cose” da un altro punto di vista, il saper cogliere, in quelle che
riteniamo negative, l’occasione per vedere altro ed aprirci al nuovo.
Poco alla volta ho familiarizzato con parole come accettare,
arrendersi, essere consapevole, non giudicare e tutte le volte che mi
sembrava di aver raggiunto una meta percepivo che c’era un livello
più` profondo ancora da esplorare. Per la prima volta nella vita ho
provato una grande gratitudine, un profondo senso di gioia che non
nasceva dalle cose o dagli affetti della vita, ma dal profondo del mio
essere liberandolo da tutti i pesi e rendendolo leggero. Non nascondo
che ci sono state tante cadute, tanti periodi neri, tanta oscurità`
ed ancora tanto dolore nella mia vita, ma c’ era un faro che mi
indicava la strada. Insieme a me altre persone hanno condiviso e
condividono questa strada, tra cui Alessandra.
Franca